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“Progetto Ara” di Google: il dispositivo mobile che assembliamo da soli

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  • di Fiorenzo Pilla
  • in Senza categoria
  • — 5 Nov, 2014

Progetto Ara di Google

Dopo un breve periodo di successo, l’ipotesi di produrre un dispositivo mobile “fai da te” è da tempo scivolata ai margini dei trend più in voga nel settore mobile phone & reading.

Eppure c’è qualcuno che ancora sembra interessato all’idea.

Dopo un lungo periodo di silenzio, ci prova Google con il “Progetto Ara” a riportare in auge il modular building per i device elettronici. Negli ultimi due anni Google ha lavorato su molti progetti hardware, ma questo si candida a essere uno dei più interessanti e innovativi.

Il progetto Ara si prefigge un obiettivo tanto semplice nella concezione quanto complesso nella realizzazione pratica: sviluppare una piattaforma per un dispositivo mobile modulare che consenta ai proprietari di costruire e aggiornare il proprio device semplicemente assemblando o sostituendo parti obsolete o non funzionanti.

In teoria, il Progetto Ara consentirà ai consumatori di acquistare un’unità di base e, separatamente i componenti che meglio si adattino alle proprie esigenze: fotocamera, schermo, batteria, wireless, ecc.

Quando tutte le parti selezionate arriveranno a destinazione, sarà lo stesso consumatore a inserire le parti sull’unità base per ottenere il dispositivo desiderato pronto e funzionante.

Il Progetto Ara è ancora in fase di prototipo, ed è previsto che sia lanciato sul mercato all’inizio del prossimo anno. In questo momento le uniche unità disponibili sono esclusivamente nelle mani del team di progetto originale e di una manciata di sviluppatori esterni che saranno incaricati di avviare la produzione dei moduli destinati al mercato finale.

Google sta progettando di offrire tre diverse unità di base che permetteranno agli utenti di scegliere tra un phablet, utilizzabile anche per la lettura digitale, o due smartphone dalle dimensioni più ridotte.

Il più grande dei tre dovrebbe corrispondere, in termini di dimensioni, a un Galaxy Note 3 mentre le due unità più piccole avranno schermi rispettivamente da cinque pollici, il primo, e paragonabili a quello di uno dei primi iPhone il secondo. La piattaforma è stata progettata in modo che gli utenti possono connettere e disconnettere i diversi moduli senza spegnere o riavviare il telefono.

Quel che rende davvero interessante l’approccio modulare è la pletora di scenari che si aprirebbero con la possibilità di comporre un device.

Si potrebbe scegliere, ad esempio, una parte core affidabile e robusta prodotta dalla casa madre e aggiungervi uno schermo di grandi dimensioni, ma più economico, perché prodotto da un’azienda indipendente.

E così si potrebbe optare per schermi e-ink invece che LCD, garantendo una maggiore durata della batteria in un incrocio tra telefono ed ereader…


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Autore: Fiorenzo Pilla

Classe 1972, Fiorenzo Pilla ha da tempo integrato la propria professione di analista nel campo dei pagamenti elettronici con una solida esperienza delle dinamiche dell'universo digitale, rivolgendo particolare attenzione alla rivoluzione dal libro cartaceo all'ebook. Fondatore dei contenitori web "Pagine Digitali" e "Nuove conversazioni", oltre a collaborare con "Pianeta ebook" è attualmente co-owner di "Kindle Italia"

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Tags: GoogleProgetto Ara

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