La Spagna ha speso 22 milioni di euro per la scuola digitale nel 2013
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Digitalizzazione, tecnologia, di materializzazione degli strumenti cartacei.
L’evoluzione tecnologica nel settore dell’educazione è probabilmente l’argomento più controverso che si stia affrontando nell’ultimo periodo.
E non parliamo solo della possibilità di scegliere fra ereader e tablet. O dei libri di testo gratis oppure a pagamento.
Si parla di qualcosa che è alla base di tutto: si può definire di qualità l’educazione attraverso la tecnologia?
C’è chi sostiene che uno strumento elettronico non può dare lo stesso sprone allo studio ed alla concentrazione o all’impegno, di un professore con il classico libro di testo. La tecnologia ,se governata a dovere da regole in classe, dovrebbe permettere ai “più piccoli” di entrare nel mondo della comunicazione relazionandosi agli eventi esterni, senza esserne esclusi, ma apprendendone i meccanismi per saperli gestire e non esserne “passivi”. Ma d’altro canto, in modo molto più diretto, per gli studenti si apre una grande opportunità: finalmente nessuno proibisce più di navigare su internet, di comunicare tramite chat, di prendere appunti in quaderni digitali o leggere libri elettronici. C’è anche chi critica le infrastrutture, sempre troppo arretrate e mancanti di fondi per poter preparare in modo approfondito e professionale lo staff di insegnanti a questa digitalizzazione dell’educazione, sia per l’acquisto degli strumenti atti a questo tipo di studio.
Eppure il mondo della scuola sta cambiando in maniera irreversibile, i ragazzi si stanno trasformando e in più il mondo del lavoro richiede competenze assolutamente diverse da quelle a cui siamo stati sempre abituati.
Fortunatamente, o per sfortuna, dipende dai punti di vista, non tutti i paesi restano in bilico su questo argomento.Alcuni hanno le idee chiare sul futuro delle proprie scuole. Un esempio potrebbe essere quello della Spagna.E ‘sempre più frequente infatti vedere nelle aule delle scuole spagnole gli studenti lavorare su libri di testo digitali.Secondo le statistiche fornite dall’Associazione Nazionale Editori di libri e materiali didattici (Anele), questo aumento non riguarda solamente il numero di strumenti digitali presenti in classe ma anche il numero di vendite che si è registrato nell’ultimo periodo.In particolare l’anno scolastico passato (2012/2013) riporta un dato interessante:Il fatturato dalla vendita di libri di testo digitali ha raggiunto l’importo di € 21,7 milioni pari al 2,75% delle vendite totali del settore.L’edizione stessa di questi testi sembra essere in crescita: mentre nel 2010 erano solo 107 nel 2013 sono stati pari a 3.209, i libri pubblicati.
La spagna è dunque un esempio da seguire?
Il panorama Italiano ,zoppicante, tenta di ritagliarsi il proprio posto in questa ennesima rivoluzione.
Autore: Silvia Fontana
Silvia Fontana è nata a L'Aquila il 20 giugno 1981. Laureata in Storia alla facoltà di Lettere e Filosofia della sua città natale, ha frequentato il Master di Editoria e Comunicazione aggiudicandosi il primo posto. La sua passione per la scrittura e ,soprattutto,per il genere fantastico l'accompagna da sempre portandola a scrivere e pubblicare nell'anno 2010-2011 il romanzo "Il Pegno".