Ribellarsi ad Amazon? Un piccolo editore indipendente ci è riuscito
3C’è chi lo strapotere Amazon lo subisce in silenzio. C’è chi cerca un accordo sotto banco con improvvisati alleati per fare le scarpe a Jeff Bezos (vero, Apple?), c’è chi semplicemente viene fatto fuori senza troppi complimenti dal dorato mondo di Kindle e compagnia, perché non ne ha accettato le regole del gioco.
C’è però un’altra categoria. Sconosciuta, piccola, ma non per questo indegna di menzione e a suo modo ammirazione. Quella di chi decide, di sua spontanea volontà, di uscire dal circolo vizioso Amazon e tornare alle origini, quando l’e-Commerce non esisteva neppure.
Tulsa, Oklahoma. Un ometto settantenne di nome Randall White, a capo della EDC – una piccola casa editrice focalizzata su libri e altro materiale didattico per l’infanzia -scopre che una delle sue rappresentati non ha potuto portare a termine una vendita. Motivo: il suo cliente, un istituto scolastico con il quale collabora da diversi anni, ha deciso di acquistare su Amazon il materiale.
A prezzo scontato naturalmente, ma nel contempo assestando una mazzata sulle spalle di quella piccola economia fatta di rapporti consolidati e di fiducia, di passaparola, di scambi di favori se vogliamo, che dà sostentamento a più di 7000 rappresentanti della stessa società, oltre che ai suoi 70 dipendenti.
Detto, fatto. White decide che la misura è colma, e che i suoi libri non appariranno più su Amazon. A costo di perdere qualcosa come 1,5 milioni di dollari annui di ricavi.
Una scelta coraggiosa in tempi di crisi, per alcuni perfino incosciente. Eppure non solo il buon White non sembra preoccupato, ma pare che gli affari siano perfino migliorati da quel momento.
E dal suo piccolo podio, ha modo di fare la domanda che in molti in questi mesi si sono fatti: chi decide il prezzo dei libri? Come stabilire quando si raggiunge il colmo della misura?
Nella sua opinione “l’editoria si sta dando la zappa sui piedi“, permettendo ad Amazon di trasformare i libri – ma soprattutto chi li scrive e li produce – in una merce priva di qualsiasi altro significato. Per la gioia delle tasche di milioni di lettori, ma anche per la disperazione di migliaia di piccoli (e alcuni grandi) editori.
Non sarà certo quel milione e mezzo di dollari a fare la differenza per Amazon (che peraltro ne ha persi diversi altri nella querelle che ha coinvolto gli editori indipendenti), ma il coraggioso – incosciente Mr.White solleva la questione in modo clamoroso e azzeccato: quando si può ritenere la misura colma? Fino a che punto l’interesse del cliente deve prevalere su quello del produttore del bene?
Come sempre, potete dirci la vostra!
Be’, se ricavava 1,5 milioni di dollari solo dalle vendite su Amazon, proprio così piccolo non doveva essere…
Dobbiamo unirci tra lettori “forti” se ci interessa la buona lettura più di uno sconto. Siamo noi che reggiamo le statistiche. Se noi “boicottiamo” i piranha come Amazon (brutta cosa l’oligopolio quando si parla di parole scritte su qualsiasi supporto), noi aiutiamo l’editoria coraggiosa. In quanto a scelte, per interesse, delle scuole americane, ci sarebbe da fare un discorso a parte, andrei fuori tema. Il mio punto di vista è questo: prima si decide il prezzo dei libri, imponendosi anche in modo “furbesco” nel mercato (vedi i dubbi sollevati da Scott Turow), poi si decide COSA far leggere. L’omologazione generale è sempre in agguato.
Limitatamente all’ambito dei libri digitali suggerirei a questi piccoli editori di sfruttare le nuove potenzialità date dalle applicazioni web. Una casa editrice indipendente (e intraprendente) potrebbe relizzare applicazioni (enhanced book) per tablet scaricabili direttamente dal suo sito e-commerce. Questo è un modo per “bypassare” l’Amazon di turno… Ovviamente la visibilità che ti può offrire un market è un elemento da non sottovalutare.